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C’è un momento giusto per dire addio al proprio gatto? la risposta è NO.

Che abbia un anno, dieci anni, venti anni è sempre lo stesso dolore.

Che poi il dolore non lo puoi classificare, “soffro più io che è ho avuto più tempo per affezionarmi” o “soffri meno tu perchè almeno ha vissuto una vita lunga”.

C’è però un dolore peggiore, se così si può dire.

Il dolore di perdere un gatto che sappiamo che non ha avuto la vita che si meritava. Quando muore un gatto in un gattile, quando muore un gatto che non ha avuto il tempo di essere amato.

C’è quella sensazione che la sua vita sia stata sprecata. E’ tipo un groppo in gola.

Ed è per questo che è nato questo blog: perchè il mio Chicco mi è stato strappato via troppo presto. Dopo anni e anni passati chiuso in gattile, nove mesi con me non mi sono bastati.

E si, questo dolore è stato più forte di altri.

Affinchè non ci siano mai più Chicco nel mondo, ti prego #adottaungattoadulto anche tu.

 

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Anche io ho la sensazione che il mio amico Nutella (micio morto a soli tre anni il 10 settembre scorso) abbia vissuto solo a metà… ho pensato che non farlo più uscire in strada, dopo che aveva rischiato la vita un paio di volte, gli avrebbe permesso di vivere più a lungo. Così non è stato, ma addirittura penso di essere stato egoista, perchè magari avrebbe forse vissuto anche meno di tre anni, ma avrebbe salterellato tra i fiori e l’erba del giardino sotto casa, libero. Spesso mi sembrava malinconico, quando dal balcone guardava giù, e quando uscivo mi si stringeva il cuore a vederlo con gli occhioni supplichevoli. All’aria aperta comunque è riuscito a starci, quando lo facevo salire sulla terrazza del palazzo (si arrampicava più in cima che poteva, sperando di acchiappare qualche uccellino). Certo non era lo stesso che correre su un prato, ma almeno ha visto il cielo sulla sua testa… quello stesso cielo in cui spero adesso voli libero e felice. 🙁

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